Ammetto che avevo cominciato a scrivere questo post il 18 maggio (!!) poi l'ho lasciato in sospeso e lo riprendo oggi (sigh).
L'ultimo mio post risale a Sanremo, metà febbraio. Dopo di ciò non è che non avrei avuto nulla da dire, ma ho preferito non mettermi a riempire post su post a tema covid-19.
Ammetto di essere tra quelli che all'inizio l'hanno preso un po' sottogamba, come una polmonite particolarmente grave. Ciò che è successo nei giorni successivi ci ha fatto capire che forse non era così "semplicemente" classificabile. Ammetto che si è trattato di settimane strane. Io ho cominciato a stare a casa dal lavoro l'11 marzo. In realtà, il capo mi ha lasciato a casa più perchè la collega si è subito barricata in casa, e allora tanto valeva usare lo stesso trattamento. Grazie al cielo, coi miei compiti ero in pari, anzi mi ero miracolosamente messa avanti, quindi sono stata a casa piuttosto tranquilla, anche perchè da casa non riesco a lavorare in smart working, proprio non ho gli strumenti. Tra l'altro, le prime due settimane mi sono state scalate dai permessi, ma l'ultima di marzo e le prime tre di aprile siamo riuscite ad entrare nella cassa integrazione in deroga. Non ho ancora capito chi ci deve pagare quei soldi, ma va beh, pazientiamo.
Le prime due settimane le ho vissute proprio di ferie, nel senso che me ne stavo anche bene a casa mia. Ho ripulito un po', fatto diversi lavoretti creativi. Ho finalmente sbrinato il freezer. Ero abbastanza piena di energie e di idee. Se avessi avuto tutto il materiale avrei anche potuto dare di bianco in casa. Ho passato ore e ore a cercare di tenere su di morale alcune signore del gruppo di lettura e del gruppo fotografico, e questo forse aiutava anche me a stare su, a sentirmi in qualche modo utile. Ho smesso di guardare i programmi tv che parlavano del covid, perchè erano troppe le notizie contrastanti, le fake news. Ho cominciato a saltare tra i post di facebook per evitare ulteriori stupidaggini.
La terza settimana, che poi era quella precedente Pasqua, ho avuto un po' di tracollo. Un po' perchè l'idea di riaprire stava sfumando, un po' perchè forse avevo io bisogno di essere tenuta su. E' stata la settimana più dura. Poi forse è arrivata la rassegnazione e mi sono un po' sollevata. Io poi il 20 aprile sono stata richiamata in ufficio, quindi la mia pacchia è finita. Sì perchè ad un certo punto capisci che a casa stai proprio bene. A parte che mi mancava Cesare e che mi mancavano gli amici (dal vivo), da quando sono tornata in ufficio ho ripreso a dormire male e a mangiare peggio.
Per fortuna c'era internet. Non posso immaginare cosa sarebbe stato questo "lockdown" senza la possibilità di videochiamare le persone a cui voglio bene. E devo immensamente ringraziare Coop Voce che ha fatto una promozione di 100 giga gratis per un mese, che non sono riuscita a consumare del tutto, ma che mi permettevano una linea decisamente molto migliore del wi-fi di Alice (!!!).
I miei genitori, entrambi over 80, si sono convinti subito che non dovevano uscire. Quindi i vari giri per la spesa toccavano a me. Tornavo dalla spesa che ero a pezzi, dopo file piuttosto lunghe, carrelli con la spesa di una settimana per uscire il meno possibile. Non ero abituata a cose del genere. E tante volte seguivo la lista che mi scriveva mio padre delle cose che servivano a loro e poi dimenticavo di prendere tutto per me!
Ho avuto paura di attaccare a loro qualcosa. Questa era la mia paura più grande. Essendo l'unica ad uscire, ero l'unica che poteva contagiarli, nel caso mi fossi ammalata. Poi ho anche avuto modo di riflettere su tante cose.. se questo virus fosse arrivato quando io avevo 80 anni, chi si sarebbe preso cura di me? Non ho nessuno che si prenderebbe cura di me. Sono state riflessioni tristi e dolorose, che ad un certo punto ho dovuto provare a scacciare o non ne uscivo.
Invecchiando, sono diventata un po' scettica su tante cose, forse anche un po' cinica. Fin dal principio, quando sentivo in televisione dire che "questa esperienza ci avrebbe cambiati".. seh.. ma quando mai. Non ci ho creduto nemmeno per un secondo. Questa esperienza ha cambiato solo le persone che sono state colpite da vicino dal virus, o le persone che hanno già una loro sensibilità; ma le teste di cazzo tali erano prima e tali sono dopo, anzi, su alcune persone questa esperienza ha fatto davvero uscire il peggio di sè. Ho visto cacce alle streghe, gente che voleva sapere i nomi degli ammalati, gente che passava la giornate a guardare chi usciva e quanto stava fuori. E altro. Ho veramente a schifo una grossa parte del genere umano.
Ciò che mi è veramente dispiaciuto, è che il covid ci ha reso sospettosi nei confronti delle persone che abbiamo intorno. I vicini di casa, per esempio. Chi di noi non ha pensato qualcosa tipo "oddio, non è che lui/lei potrebbe passarmi il virus?". Io sì, e questo mi ha messo davvero tanta tristezza addosso.
Non invidio il presidente del consiglio, Conte, che in questi mesi ha dovuto prendere tante decisioni difficili. Alcune condivisibili, altre più dubbie. Ma è poi facile parlare a posteriori. Io non avrei voluto essere al suo posto neanche lontanamente. E comunque, ringrazio che al governo ci fosse lui, perchè mi è piaciuto il suo modo pacato di fare. Non posso immaginare cosa sarebbe stato se al suo posto ci fossero stati altri personaggi, di cui non farò alcun nome, ma non ne salvo uno là dentro...
E comunque, siamo più o meno ripartiti. Ad aprile sarei dovuta andare in crociera. Ovviamente è saltata, e abbiamo messo una grossa ipoteca anche sulle ferie di agosto. Cesare è quello meno tranquillo. Da oggi sono anche state riaperte le regioni. Ho due coppie di amici che vorrei vedere al più presto, entrambe milanesi. Ma in terra lombarda i contagi sono ancora elevati, quindi chissà se e quando ci riusciremo a vedere.
Perchè scrivo questo post? Perchè ho bisogno di ricominciare. Ho bisogno di ricominciare ad usare il blog, e non mi sentivo di andare avanti senza neanche qualche riga su cosa sono stati gli ultimi tre mesi. Pur non avendo utilizzato tutto il potenziale che avrei potuto, qualcosa non è andato male.
Mi sono principalmente dedicata a progetti di beneficenza. Per il gruppo delle "Mani generose" di Torino, ho dato fondo a tutti i bordini in tela aida che avevo per le scritte "benvenuti" che loro attaccheranno sugli asciugamani di una casa famiglia che seguono; sempre per loro ho fatto alcuni pupazzini e alcuni polipetti per i bimbi prematuri. Ammetto che sono soddisfatta del risultato. Appena possibile spedirò loro questo primo pacco, e se va tutto bene, ho altro cotone per fare polipetti. Ho lavorato molto ad uncinetto in questi mesi. In realtà, la mia mano, pur se già operata, non ha gradito moltissimo, e temo che questo sarà un dolore con cui dovrò convivere a vita ormai.
Ad uncinetto ho anche quasi completato un Winnie Pooh per un'amica milanese. Oggi ho recuperato il pacco con il filato rosso per fare il giacchino e il marrone per il musetto; il corpo è praticamente fatto. Quando l'avrò finito, ve lo farò vedere. Il tutorial l'ho comprato su Etsy, ma è stata una notevole fatica, soprattutto in un paio di punti dove non riuscivo a capire come procedere; ma in un modo o nell'altro ci sono riuscita. Teoricamente ho anche il filato per fare Tigro per suo figlio, ma penso che dopo Winnie mi prenderò un po' di pausa dall'uncinetto.
Ho censito e trasferito la maggior parte dei gomitoli di filati vari nel mio armadio del materiale hobbistico. Tutti non ci stavano. E mentre scrivo che devo trovare il modo di smaltirne un po' prima di comprarne altro, beh, ovviamente ne ho già comprato altro ahahah. Ormai è sicuro che l'acquisto compulsivo di materiale creativo sta raggiungendo livelli patologici per me. Poco conta se ho le idee per utilizzarlo quando poi non lo faccio. Ho anche disfatto un paio di cose che avevo cominciato all'uncinetto, inutile lasciarle lì per quando le riprenderò, a quel punto si noterebbe la differenza nella mano e, "purtroppo", sono una perfezionista in queste cose.
Ho fatto anche qualche esperimento in cucina. Quello che mi è venuto bene, e ne sono contenta, è la pizza, quella tonda con un po' di cornicione, come in pizzeria!
Ah, durante la quarantena mi sono messa un po' avanti coi lavoretti per Natale. Sì, avete letto bene, Natale. Ho finalmente provato gli stampi delle statuine del presepe che avevo comprato ad Abilmente ad ottobre. E ho finalmente fatto un esperimento con la tecnica petri dish e la resina, esperimento fallito in realtà, perchè ho usato troppo colore e quindi mi ha fagocitato tutto quello che c'era sotto. Ci riproverò. Con la resina ho anche provato lo stampo di un righello, fichissimo. Sono anche riuscita a creare dei ciondoli con alcune conchiglie raccolte lo scorso anno; non ho ancora completato le collane con cui voglio utilizzarle, ma siamo a cavallo.
Beh, stavo dimenticando una cosa: ovviamente anche io mi sono fatta le mie mascherine! Per pura fortuna avevo in casa sia del tessuno non tessuto, sia della stoffina di cotone. A parte un po' di incazzatura con la macchina da cucire, alla fine abbiamo imparato ad andare d'accordo.
Mi sono resa conto che una delle mie paure nell'usare il materiale che ho, è che finisca e non lo riesca più a trovare uguale. Lo so che sembra assurdo però è così. Quando arrivo ad essere completamente soddisfatta di un progetto e non riesco più a replicarlo uguale, mi viene l'ansia.
Fino a qualche tempo fa (13 novembre 2017) ero solita fare una lista dei progetti che avevo in programma o che stavo portando avanti. Non so se ricominciare a farla potrebbe essere uno stimolo. Vedremo. Per oggi ho scritto anche troppo. Magari, la prossima volta.
Nessun commento:
Posta un commento