mercoledì 11 marzo 2015

Big eyes



Ieri al cinema del mio paese davano "Big Eyes", il film di Tim Burton (2014) dove viene raccontata la vera storia dei coniugi Keane, Walter e Margaret, una delle più grandi truffe nel mondo artistico americano. 
Margaret Ulbrich lascia il marito Frank e con la figlioletta Jane se ne va a San Francisco. Erano anni (fine anni '50) in cui le donne non lasciavano i mariti, ma lei lo fa. A San Francisco, per vivere, Margaret fa l'artista di strada, facendo ritratti ai passanti e vendendo i suoi quadri che hanno la caratteristica di ritrarre dei bambini con degli enormi occhi tristi. In uno di questi mercatini conosce Walter Keane, che sostiene di essere un pittore e che in particolare vende quadri dei vicoli di Parigi dove lui dice di aver vissuto e studiato. I due cominciano a frequentarsi e, pur frettolosamente, decidono di sposarsi. 
Walter è un abile venditore, e gira per gallerie d'arte per esporre i suoi quadri e quelli della moglie. Arriva persino a proporre al gestore di un bar di affittargli un pezzo di corridoio per esporre i quadri, arrabbiandosi molto quando scopre che il pezzo di corridoio che gli lascia utilizzare è quello che porta ai bagni. La gente però si incuriosisce e Walter si rende conto che gli apprezzamenti maggiori sono proprio per i quadri della moglie. Dal momento che Margaret firma i suoi quadri solo col cognome, lui decide allora di attribuirsene la paternità, convincendola che i quadri proposti da un uomo vendono meglio. In effetti, Walter è un abile venditore, e i bambinelli di Margaret ottengono un enorme successo negli anni '60/70. Lui poi dà il via anche alla vendita delle riproduzioni (cartoline, poster, bigliettini vari, ecc.).
Senonchè, alla lunga, Margaret è stanca di questa situazione e di vedere che mentre lei sta chiusa in casa a dipingere, Walter ha fama e gloria. Arrivata quasi all'esasperazione, prova a ribellarsi, scatenando le furie di Walter. Ma Margaret decide di scappare alle Hawaii, dove conosce alcuni Testimoni di Geova, e sente dentro di sè un sempre maggior bisogno di smettere di dire bugie. Decide quindi di rivelare il suo segreto ad una radio locale. Walter la cita in giudizio, facendo anche una notevole figura da buffone al processo. Il giudice decide allora che c'è un solo modo per stabilire chi ha dipinto quei quadri: dipingerli. Fa portare in aula tutto il materiale necessario. Margaret comincia il suo dipinto, Walter troverà mille scuse per non farlo, tra cui sostenere di avere un dolore atroce alla spalla. Margaret avrà quindi riconosciuta la paternità (anzi, maternità) dei suoi occhioni.

A me il film è piaciuto. Amy Adams mi piace molto come attrice, anche se biondo platino mi ha lasciato un po' perplessa. Ho letto che la vera Margaret Keane appare in un cameo (sapendolo, era facile riconoscerla). E' nelle prime scene del film, dove mentre Walter e Margaret dipingono, alle loro spalle c'è una vecchia signora seduta su una panchina con un libro.
Ammetto anche che mi piacciono molto quei quadri con gli occhioni enormi (soprattutto quelli in cui ai bambini si aggiungono gli animali). In realtà non so se ne ho mai viste delle riproduzioni, così a memoria forse no (negli anni '60 non ero ancora nemmeno in progetto!!)
La storia ha dei tratti un po' drammatici, Chistoph Waltz è molto bravo a rendere la follia del marito (le scene coi fiammiferi sono da panico… e l'autodifesa in tribunale da delirio…)
Piacevole. 

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